Immensità lontane

Erano stelle,
quelle che stanotte
credevo di vedere
nella volta celeste?
Erano cuori palpitanti
pensanti
che in coro
dicevano tutte le note
della loro musica interiore.
Erano porte
che si aprivano su percorsi
cosmici diversi tutti
e tutti uguali
Erano storie.
senza tempo tessute
nelle geografie e nei ricami
dell’universo.
Così sussurrava nel sonno
Morfeo a Psiche,
mentre lei non lo vedeva
e lui parlava.
L’unicorno fu creato
da un loro incontro
d’amore
e le farfalle si tuffavano
nella luce,
sfiorando le vesti degli Dei.

Ceice/Morfeo appare ad Alcione. Incisione di Virgil Solis per l’XI libro delLe metamorfosi di Ovidio.
Scan by Hans-Jürgen Günther – http://www.latein-pagina.de/ovid_illustrationen/virgil_solis/buch11/vs11_12.htm

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