Sacrità

Lo ammetto, mi ispira

talvolta una musica lontana

e niente la ostacola,

nemmeno la Luce o l’Aria;

la mia conversazione

si fa interessante

– non lo dico io,

lo affermano convinte

le ondine, le silfidi,

gli gnomi –

e quando sono di buon umore

finanche le salamandre.

Oh, la vogliamo fare o no

quest’alchimia,

che si annuncia

in tempi quotidiani,

richiama alla vita

gli elementi morti

e il loro canto

risuona

nei vasi di fiori sui terrazzi,

mentre tu sempre mi

sorprendi,

sali sui tetti con i tuoi sogni stanchi,

conti tutte le tegole

(persino quelle rotte),

poi ridiscendi

e vai per i giardini,

i parchi

e i boschi.

Suvvia, portati dietro gli alambicchi

e facendo esperimenti

con le sostanze naturali

rendi libera l’Araba Fenice.

 

 

Alessandra Vettori

 

i

 

 

 

Camaldoli

Torno a te

con la memoria più profonda

Sacra Dimora

che accogliesti

i miei passi infantili

di bambina

felice, giocherellona.

Respiravo la tua spiritualità

della quale non comprendevo nulla

con l’intelletto,

tutto invece mi appariva chiaro

con l’intuito del cuore.

Rivedo i monaci bianchi di neve

scendere lentamente

come fiocchi leggeri

a valle, percorrendo la Foresta,

dove ogni arbusto o fiore o animale

sentono la loro libertà

come parte del suolo, dell’aria,

del calore e dell’acqua.

Quest’ultima poi la cogli

alle sorgenti e te la fai amica

nel silenzio di un’alba

e ti sussurra: “Dormi quieta”…

 

 

Alessandra Vettori

 

 

Eremo di Camaldoli

 

San Romualdo e cinque discepoli nella Foresta

E intanto semina il vento

E intanto semina il vento

le sue foglie stanche

presagio d’autunno

e di sere invernali

ed io

raccolgo la foglia di gingo

biloba, ma è gialla,

quasi rossastra e marrone.

Qualche immagine più in là,

nel bosco,

si rincorrono

euforiche, felici, davvero,

le incredule foglie dei pioppi

e mi diverto

reinventando i nomi degli dei

della mia giovinezza,

l’impronta fatata e invisibile

della sacerdotessa bianca,

nella mano tiene un mazzo di fiori,

nell’altro il mio cuore rinato.

 

Alessandra Vettori

 

 

 

La poetessa Jadwiga Łuszczewska, che utilizzava il nome d’arte Diotima, in posa come l’antica veggente in un dipinto del 1855 di Józef Simmler.

 

Oh, Spirito d’Europa, dove sei?

Oh, Spirito d’Europa, dove sei?

Hai un bel daffare, di questi tempi,

te lo dico io,

ogni tuo accolito vuole essere considerato

indipendente.

Le storie di popolo

sono ancora giovani,

hanno un bel cammino da fare,

sembran neonate, nascono già vecchie

e un deserto si defila all’orizzonte.

Ho deciso di rianimare la memoria

di ciò che fu, che è, che deve essere

e nel manto di stelle che ci protegge tutti

radunare quel che si trasmette da bocca a bocca.

Oh, Grande Spirito d’Europa,

tu non dimenticarci,

perdona le nostre distrazioni

e portaci ancora più in alto,

verso le silenziose galassie,

verso le ridenti costellazioni.

 

Alessandra Vettori

 

 

 

 

Oh, la luna sta guardando il sole

Oh, la luna sta guardando il sole inacidita

e gli azulejos portano ricordi dell’infanzia;

qualche bambino si rivede quieto,

intento a pestare i piedi

sul terreno infangato

dalla pioggia a scroscio.

Un altro, poi, rilegge Topolino

e si domanda perché lo affascinasse tanto,

forse era il Club delle Giovani Marmotte

che era nato nel bosco

fra piante, animali,

qualche goccia di rugiada,

se era eroe tre erano

le medaglie,

d’oro, d’argento e di bronzo,

come le età felici

dell’Uomo.

Una bambina guarda

ai giochi che faceva in un giardino,

con la corda, la palla,

il suo orsacchiotto

di peluche.

Un’altra, invece,

si scontra con le opposizioni

della mente adulta,

contraddizioni aperte,

positive,

guarda

a quando, giocando con tutti i bambini,

accoglieva felice i loro sorrisi,

i visi sudati

l’acqua bevuta alla fontana

mentre  Pinocchio si arrabbiava col nonno

e insolente seguiva i cattivi.

Un’altra

si china sull’erba

recente:

la vedi nostalgica

tastare la terra,

raccogliere ciottoli,

staccare le spighe di campo

e mangiarne la parte tenera e bianca.

Allora la luna da acida

si è raddolcita,

al sole fa atto di omaggio,

si unisce ai suoi raggi entusiasta,

sono insieme padre e madre

di te stesso.

Alessandra Vettori

Tabula Smaragdina

Cosmo, mi hanno detto, non Universo

Nell’un caso o nell’altro

son state generate due sostanze diverse.

L’ordine retto che fa da Reggente

fa risaltare miliardi di Enti

o Eoni, come li vuoi denominare.

L’Universo invece lo puoi calcolare,

ma attento che la misura

deve avere appresso una Unità.

Non essere serio,

lo sai che non uso le parole

per farne giochi,

posso diventare rassicurante,

se voglio.

Ti sembro sibillina?

I Misteri debbono essere svelati,

è giunto il momento:

per questo mi appresso

dietro agli Angeli

aspettando che la loro sinfonia

sia musica che non porta alle lacrime,

che toglie all’orecchio la sua sensibilità,

che dà alla Voce Amore fluente

e all’Anima…

all’anima

conduce

i viandanti smarriti

delle stelle,

i viaggiatori lenti,

le sagome di Spirito sapienti.

 

Alessandra Vettori

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