Da oggi e ogni lunedì, articoli da segnalare e recensioni di film o letture

Su Il Corriere della Sera del 3 giugno 2009, rubrica Altri mondi è apparso un articolo di Walter Rossi dal titolo “Metteteci una parola buona e salverete la poesia”. Lo riscrivo integralmente e mi piacerebbe sapere cosa ne pensate, o lettori del blog.

“I poeti sono sempre stati cani sciolti: è difficile controllarli, averli come amici, amarli. Un tempo il potere li torturava, provava a piegarli, li incarcerava, li esiliava, cercava di metterli a tacere.

Oggi le cose non sono cambiate. I tiranni non provano neppure ad avvicinarsi, non cercano con tutti i mezzi di comprarti, sarebbe tempo sprecato poiché i poeti non valgono nulla e nessuno sa della loro esistenza; i ragazzi desiderano diventare calciatori o attori di fiction, mentre le ragazze preparano  il book con foto in costume da bagno , per diventare veline o parlamentari.

Occorre distinguere la stragrande maggioranza dei poeti (civilmente morti, esiliati all’interno delle loro città, torturati dietro le sbarre dell’indifferenza), da qualche servo del regime, che allo scopo di adulare il principe, senza mai contraddirlo, tradisce la poesia ed insegue il successo, i quattrini e una fetta consistente di potere. Questi grandi artisti passano il loro tempo a curare la propria immagine, a tenere conferenze a pagamento, a promuovere letture delle loro meravigliose opere in ogni angolo del nostro Paese.

La modernità ha reso superfluo l’uso di alcuni mezzi molto sconvenienti e politicamente poco corretti, anzi, a volte si spaccia la morte per vita, si promuovono pubbliche letture di parole morte prima di essere pronunciate. Così anche la coscienza dei criminali viene sciacquata da questi “eventi”.

Oggi i poeti autentici vengono ricacciati sotto terra , come letame nell’humos dei pomodori, ma con estremo garbo, senza clamore. Tutto accade con la morte silenziosa della parola, per fare di più in fretta si uccide la parola, soggiogandola allo strapotere delle immagini. Tutto viene sacrificato all’idolatria dell’immagine. Cosicché un’anziana poetessa diventa un animale da circo, viene usata e strumentalizzata da nani maledetti, che somministrano ogni giorno abbondanti dosi di gas nervino alle nostre coscienze. La vedi e la compatisci, e ti rendi conto che anche il tuo cuore è anestetizzato dal veleno delle immagini che si rincorrono nel circo mediatico, dove ti viene impedito di ascoltare la voce della poesia, coperta dal frastuono. Ma la poesia svela la carne sacra delle parole, quel fiume di sangue che ci rende uomini, quella dignità che nessun criminale deve scalfire. Nessuno osi violare la verginità della parola poetica, nessuno pensi di poter sostituire l’essere con l’apparenza.” di Walter Rossi

Non soltanto sono d’accordo con chi scrive che lo strapotere delle immagini impedisce a tutto tondo di imparare di nuovo ad ascoltare la parola poetica, ma sono convinta anche che vi sia una Intelligenza che lavora perché questo accada utilizzando tutti i modi possibili. Modi estremamente intelligenti, che portano avanti tutto quanto deve invece essere impedito.

In che modo oggi il poeta viene dileggiato? Si dissacra, semplicemente, il suo operato. Dietro la battuta simpatica ad effetto, i luoghi comuni che appaiono innocui ma non lo sono in realtà nei loro effetti, dietro il cinismo con il quale si può prendere in giro tutti e tutto, ironicamente, perché l’ironia sembra essere un’arte raffinata, così però al contempo bonaria, rivolta al gusto della vita…; perché ci si deve anche divertire, insomma, non si può essere sempre così gravi, sennò siamo anche pesanti, non ce lo possiamo permettere, oggi siamo stressati, abbiamo bisogno di leggere cose leggere, lievi, la realtà è tanto brutale, ecc. , ecc..

E’ possibile dire che la poesia nasce da un percorso molto doloroso e talora meraviglioso e che la parola è espressione di questo cammino verso l’Armonia, la Fiducia, la Corresponsabilità? Che la poesia, se è vera perché buona e bella, crea Forze interiori?  Se la parola è creatrice crea parole che sono atti di forza, atti in potenza dell’interiorità. Questo processo creativo del poeta a lui è possibile, ma una volta che è immesso nel mondo, da ogni uomo può essere ricreato e vissuto interiormente.

E’ grazie al Pensiero Sovrarazionale che ciò accade e può ogni volta accadere. Non dove questo pensiero è morto, divenuto solo atto cerebrale, ma dove è vivo, dove può sempre rinascere perché si crea, si fa, diviene; in questo fluire non vi è soltanto questo pensare, ma anche il sentire e i sentimenti, il volere e gli impulsi volitivi. Vi è l’Uomo.

Non perdiamo, amici, questa umanità….

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