La pastorella, una fiaba natalizia

tratto dal sito: http://free1040.blogspot.com/2008/05/arnolfo-di-cambio-c1245-c1310-presepio.html

LA PASTORELLA

Fiaba natalizia

A tutti gli uomini dotati di buona volontà

C’era una volta,
ma dove fu? Non forse dappertutto?

C’era una volta, dicevo, in un tempo lontano e in uno spazio lontano, ma potrebbe accadere anche adesso, una bambina di nome Stella.

Stella era proprio una bambina carina ed abitava in un piccolo appartamento alla periferia della citta’, con i genitori, i nonni materni, due fratellini piccoli.
Il suo cane si chiamava Salsiccia e il pesciolino rosso, Lulu’.
Sotto casa c’era un giardino per meta’ asfaltato e per meta’ pieno d’erba e li’, tutti i pomeriggi, dopo che era tornata da scuola e aveva fatto i compiti, li’, si ritrovava con i suoi amichetti a giocare.
Pero’ a pochi passi dal giardino c’era la ciminiera di una fabbrica e lei e i suoi amici non erano nemmeno tanto contenti del giardino a loro disposizione, perche’ lo spazio era piccolo ed anche andarci in bicicletta era difficoltoso, mancavano persino le panchine e nessuno si era preoccupato di metterci la fontanella.

Era quasi Natale e Stella pensava ai regali, all’abete da comprare, al presepio da fare.
Cosi’ una bella  e dolce domenica mattina, per l’appunto la seconda domenica d’avvento, decise di tirare fuori dal vecchio ripostiglio gli scatoloni di cartone con le palline natalizie e il presepe.
La regola in famiglia era: “Tutti gli anni comprare una pallina nuova e un personaggio del presepio nuovo, perche’ tutto cresce e si sviluppa, tutto e’ vivente”.
Difatti le scatole che raccoglievano gli addobbi erano diventati negli anni scatoloni e sempre si chiudevano alla fine delle feste con nastri adesivi di tutti i colori,

In fondo, aprire gli scatoloni era sempre un’emozione.

Stella si diverti’ ad estrarre dalle scatole aperte i pastori, le casette di legno dipinte a mano, le casette di cartone, le pecore di porcellana e anche il muschio rinsecchito.

Era bello chiedere a mamma e a papa’, nelle settimane prima del Natale, di andare nel bosco per raccogliere i legnetti, i ciottoli piatti del torrente e i sassi, cortecce di alberi e chi piu’ ne ha piu’ ne metta.

Si passeggiava per la foresta casentinese e mentre si faceva il percorso che da Camaldoli portava all’eremo, ogni occasione era buona per infilare i creati della natura nello zainetto, quei creati che non abbisognavano piu’ alla natura stessa e portarli a casa, in vista del Natale.

Siccome i suoi fratellini erano indaffarati a giocare, Stella, che aveva avuto da sempre il compito di allestire l’albero e il presepio, comincio’ a lavorare di buona lena.

Stella attacco’ con precisione alla parete il cielo stellato e comincio’ a disporre sul prato artificiale di carta la capanna con la Sacra Famiglia, il bue, l’asinello e tutti i personaggi che aveva, compresi i Re Magi con i cammelli e i piccoli dei cammelli.

Trascorsa qualche ora la mamma la chiamo’ per la cena e dopo Stella si preparo’ per andare a dormire: prima di spegnere la luce getto’ un utimo sguardo al presepe.

Si fece notte fonda, ma qualcosa sveglio’ la bambina dal sonno e le parve di vedere che una pastorella si muovesse: agitava la mano di coccio per salutarla, indossava gli zoccoli di legno dorato, un grembiule fiorito e un fazzoletto dorato le incorniciava il volto ovale circondato da lucenti riccioli neri.

– Chi sei? – domando’ Stella sgranando i suoi occhioni neri e profondi.
– Mi chiamo Alione – rispose la pastorella – e sono una fanciulla angelo; tendimi la mano cara, cosi’ potro’ portarti a fare un bel viaggio… – e aperta la finestra, come per un felice incanto, si fece seguire dalla bambina.
– Stiamo volando ! – grido’ Stella e senti’ un quieto calore.

Volarono sempre piu’ in alto nel cielo, finche’ atterrarono sul campanile di un chiesa.

– Questa citta’ e’ in guerra – le disse Alione – per questo non si vede nessuno camminare per le strade, se non i militari e altri civili che hanno il permesso di farlo.
– Perche’ gli uomini si fanno del male fra loro? – chiese Stella.
– Non sanno che la bonta’ vera, quella del cuore, arricchirebbe i loro animi se soltanto lo volessero. E’ molto piu’ facile essere cattivi, farsi dominare dall’oscurita’ degli istinti, piuttosto che essere buoni per libera e forte e disinteressata scelta – disse Alione e trasse dal suo minuscolo cestino una stella cometa; la fece cadere sulla citta’ infuocata e per un attimo le piccole luci si depositarono al suolo; le scintille minute e radiose cadevano e dove cadevano, le armi cessavano di sparare, i malati guarivano, i morti risuscitavano, la Paura e la Morte indietreggiavano sconfitte.
– La pastorella condusse poi la bimba in volo verso altri paesi dove vi era miseria, fame, malattia e dolore e sempre rimediava con le sue minute stelle e i miracoli si manifestavano, ma pochi riuscivano a vederli, poiche’ bisognava avere aperti gli occhi interiori.
– Tutta la notte fu dedicata alla ricerca di buone azioni da compiere e nessun bisognoso venne dimenticato.

Al mattino Stella si sveglio’ e credette di aver sognato; ando’ a vedere il suo presepe e si meraviglio’ assai quando vide che la pastorella non era sola: teneva per mano una bella bambina dagli occhi neri e profondi, che la notte prima non c’era.

La prese fra le mani e … meraviglia!

– Sono proprio io! – disse felice e stupita.

Comprese allora che nel presepe puo’ viverci soltanto chi ama Dio e sa dove Dio abita.

Alessandra Vettori

Egisto Ferroni (1835-1912)

La pastorella

Autore: 

Ferroni, Egisto (1835-1912)

Titolo: La pastorella

Periodo:  XIX secolo

Datazione: non datato (1872)

Classificazione: Dipinto

Tecnica e materiali:  Olio su tela

Dimensioni (altezza x larghezza in centimetri): 195 x 74,5

Annotazioni: Firma in basso a sinistra: E. Ferroni

Luogo di conservazione:  Galleria d’Arte Moderna, Palazzo Pitti, Firenze, Italia

Acquisizione:  Lascito testamentario dell’Ing. Arrigo Ferroni del 2 marzo 1940

Identificativo:  [Ferroni] 39 (1940) | [Giornale GAM] 763 (1932 post)

Note storico critiche:

Eseguito nel 1872, forse a Ponte a Signa, il quadro, che ha il n° 39 nell’inventario della collezione Ferroni fu scelto con altri, il 19 maggio 1941 dalla commissione formata da Poggi, Nomellini e Romanelli per la Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti. Il quadro si ricollega, nel genere, alle composizioni di Cannicci, con le quali presenta somiglianze anche per tagli compositivi. L’immagine della figura è però più forte, per il senso architettonico delle masse, in Ferroni. (Fonte: Polo museale fiorentino). https://www.deartibus.it/drupal/content/la-pastorella

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