IL SETTIMO SIGILLO

(a Ingmar Bergman)

settimo sigillo

Perché piangete

se qualcosa muore

e lascia le sue spoglie cadaveriche

sul terreno umido?

Non devono cadere quelle lacrime

tristi dai vostri volti.

Dite che è melanconico ciò che perisce.

Eppure nella morte,

nell’apparente morte delle cose

vi è il segno inconfondibile

del sacrificio della forma:

la morte è il vivere invisibile

e quando una vita s’accende,

pulsa la forza vitale della natura

che ha compiuto il suo corso.

L’albero secco che dorme l’autunno

non vieta all’estate di rapirlo di nuovo;

i fiumi ghiacciati sui monti

accolgono il sole e si fanno scaldare.

E tu, riposa pure tranquillamente

fra le tue bianche lenzuola:

il sole è sorto anche stasera

e dormirà come fai tu, con il tramonto.

E nella ciclica legge

che pur si manifesta nel fenomeno,

nella legge del vivere e perire

giace, sotto uno strato di polvere

e di usato,

la germinale linfa del creato.

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