E’ l’Uomo dei sogni. Deve
pur sempre ricominciare
come se la prima volta fosse.
E quando ricomincia comprende
che i suoi Colori non può possedere,
sono doni della Luce.
L’Uomo dei sogni, sognando,
vuole svegliarsi.
Si risveglia nel Tempio
dove tutto è in divenire,
in Sacro divenire, tutto diviene.
E sulla Terra piange
quando cristallizza i sogni ed i colori
della Luce. L’Uomo si desta
ecco, a nuova Vita, ecco l’Uomo:
apre gli occhi interiori dell’Amore,
è nudo lì per lì, si vergogna un poco,
si riveste di sogni, adesso è vestito,
è felice di essere Uomo.
I Maestri allora lo ammoniscono:
“Non tenere per te, Figliolo,
i doni dello Spirito! Non
gelare il calore dello Spirito!”
L’Uomo dei sogni piange
e in quelle lacrime sincere
sorge l’impulso a reinventare
l’Azione. Quieta Azione
(lo ha detto pure Goethe)
che nulla vuole né pretende,
dal faccino neonato
risplende, quando alla vita
ci votiamo.
Ora l’Uomo dei sogni
s’inginocchia di fronte a Dio
e agli uomini
e li chiama fratelli,
bagna i piedi di ognuno
e poi li asciuga
con le mani, come può.
Diventa, dopo esser stato
La Luce ed il Calore,
aquila che distende le sue ali
sul mondo e sulle cose,
sulla natura che sembrava morta
irrimediabilmente,
la fa rivivere, è il sogno
che si riveste dell’Uomo
e l’Uomo si riveste del sogno ,
non trattiene la Luce,
riesce a farla scorrere
dal cristallo – ma come fa? –
chiedono tutti stupiti.
Si è conquistato l’essenza magica
e l’ha donata a tutti. Noi tutti
siamo uomini dei sogni.
Amiamo l’Amore
in seno all’Uomo dei sogni,
grazie a lui, viviamo nella vita,
vinciamo il vuoto della morte.
Nelle lontananze della volta celeste
risuonano le stelle.
L’Uomo dei sogni, lassù o qui
che dir si voglia,
si raccoglie e si espande,
trasforma i colori -dodici-
in dodici sogni.
Dodici porte intorno alla città
delle origini, dove cantano
i sogni non visti,
dove la Vita fiorisce
e fa fiorire,
l’Albero della Vita.