L’intimità dell’uomo è pioggia cristallina,
che cade silenziosa, si sperde senza fretta.
Dove trova rifugio
Si raccoglie, pulita, in un rigagnolo
E si fonde serena con il fango.
E lei sa, come so, nel suo sapere,
trarsi dal fondo oscuro con grazia luminosa.
Con certezza lo sa.
Poi quell’insieme strano di luce e grigia polvere
Generato dall’acqua, quietamente,
s’eleva piano viva e rilucente
dal Sonno degli Spazi circostanti
e costringe l’Arcano a svelarsi di nuovo
e imagina la Vita che dona all’istante
successivo. Tremante, con sorpresa
si libera dal gioco, inganno naturale,
ascoltando lontano la sua voce
che pervade la luce dei cristalli
rosa. E vive così, nel solitario
concentrarsi in se stessa. Tutto tace
– assoluto silenzio delle forme –
nel creato sorgivo di cosciente dolcezza.