Buon San Giovanni a tutti i lettori del blog. Lettere

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Cara Ale,

ho appena letto le due comunicazioni e ti ringrazio per quanto hai scritto sulle mie parole alla scuola; il convegno mi sembra interessante, e forse occorrerà una preiscrizione come è consigliato; infine,  per caso ho trovato sul treno una pagina di giornale che riporta, con tanto di foto, del ritrovamento di un marmo di Mitra e il toro proveniente da Veio, sconosciuto agli studi e, che, secondo l’articolo, mostrerebbe come gli Etruschi conoscessero tali misteri, mentre gli archeologi non si erano bene soffermati su ciò.

Mi sembra importante che un brandello di verità sia tornato alla luce anche per gli empirici.

Buon San Giovanni, Cri

Cara Cri,

ho studiato l’ultima conferenza del Dottore e penso che adesso più che mai sia necessario preparare la strada – sia empiricamente che teoricamente a seconda dei casi e delle situazioni – perché le persone possano dare un senso al male e al bene. In fondo oggi gli Ostacolatori diffondono le verità occulte in mille modi e quanto un tempo fu nascosto nei Misteri – per salvaguardare l’uomo e il suo Spirito – deve oggi per necessità del destino sociale essere mostrato.
Pur tuttavia mostrare immagini forti che possono imprimersi nell’anima come il sigillo fa con la cera contribuisce a favorire una conoscenza senza consapevolezza e dove non c’è consapevolezza tutto passa e imprime il suo sigillo e la libertà tanto celebrata a un dato punto viene meno e mette all’individuo nuove catene.
Chi è dedito a una via spirituale forse può difendersi, ma tutti gli altri, chi è lontano da questi studi per educazione o per età. è esposto a rischi gravissimi. Un tempo i sacerdoti si toglievano la maschera del male e sorridevano ai loro discepoli indicando con questa operazione religiosa o rituale che dietro tutto il male possibile o dietro la lotta nel Cosmo vi è la Forza Divina che soccorre, aiuta, trasmuta.
Nel nostro mondo odierno l’immagine colpisce con forza, talora con violenza, ma nessuno si toglie la maschera, perché mancano i saggi e soprattutto manca la loro azione occulta.
Se veramente il Cristianesimo è atto, azione, traduzione simultanea dell’idea che plasma la forma secondo princìpi spirituali, allora è bene ascoltare tutti e sempre e riprendere il filo interiore dove si era interrotto e ricamare il tessuto della vita, “oltre e malgrado la natura”, come avrebbe, credo, detto Massimo Scaligero.
Poi, sul tesoro che tutti gli intellettuali pensano di difendere custodendo gelosamente la cultura rigida che hanno costruita, tenendo nel cassetto le poche verità che sono riusciti a strappare allo Spirito e che si guardano bene dal comunicare al prossimo. ché altrimenti perderebbero il loro primato primate, stendiamo un pietoso velo. L’omertà. la disonestà intellettiva, l’invidia di quanto fa progredire l’uomo e la società, sono i veri nemici dai quali occorre difendersi.
Gli scienziati continuano a scindere la materia volendo riconoscere nel più piccolo il massimamente grande, gli artisti hanno tradito la loro origine ispirativa, basta loro a  volte utilizzare qualche pensiero e immagine in più, per creare la prossima opera, i filosofi discutono intorno ai concetti come se li conoscessero e comunque l’azione viene oggi come oggi considerata non importante.
Pure Goethe ebbe a dire “In principio era l’Azione”, cioè l’atto creativo che mette in moto ogni fibra del nostro essere, pensieri e sentimenti compresi.
i pratici sappiamo fanno tanti guai.
Se però i ricercatori dello Spirito fossero davvero empirici quanto lo furono i loro predecessori dei misteri fino ai grandi scienziati, se osassero mettere a rischio almeno una loro cellula, forse il sacrificio e la nobiltà degli Antichi non andrebbe perduta, forse atto e potenza si riunirebbero, abbandonando come vuoti cadaveri uno spiritualismo necrofilo e un materialismo rivivificato. Allora dovremmo sovravanzare Goethe con rispetto per dire “All’inizio era il Coraggio”, che può avere mille forme, tante forse sbagliate, ma queste ci sono, non tutte come le aringhe filieranno, ma va bene lo stesso, altrettanto male, altrettanto bene. E questo altrettanto bene così tanto voluto, così tanto determinato, che permetta la circolazione della luce meditativa in un organismo sociale che sta rantolando e attende una sana sepoltura.
Vorrei, mentre seguo questo feretro, io, memore di cose illustri, poter portare con me fiori di ogni genere e colore, viole, violaciocche, fiordalisi, sempreverdi e quant’altro e ricordare agli uomini che ideazione, potenza e atto sono in realtà un farsi creatore che non disdegna ricreare di continuo forme nuove e belle, vere e buone, come si diceva al telefono, essendo persuasa che la Verità noi l’abbiamo sempre davanti a noi e che è a Lei che comunque dobbiamo rivolgere lo sguardo perché ci insegni a fare ciò che facevano gli antichi sacerdoti, a riconoscere in ogni piccola cosa, la più insignificante, segreti e misteri da disvelare, con tanta umiltà ma senza paura, senza dubbio, senza esitazioni.
Un caro abbraccio
ale

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